Per anni, per ricevere correttamente le email, bastava chiedere di essere aggiunti a una whitelist o, al contrario, inserire i mittenti indesiderati in blacklist.
Oggi questo approccio non basta più.
I sistemi antispam moderni si basano su algoritmi di apprendimento e reputazione del mittente, non più solo sull’indirizzo di chi invia.
Whitelist e blacklist operano sul mittente (envelope sender).
Ma i sistemi automatici di invio, come quelli che gestiscono ordini, avvisi o recuperi password, cambiano continuamente indirizzo o dominio di invio.
Mettere in whitelist un dominio come musvc.com, ad esempio, può far arrivare in posta in arrivo anche messaggi di spam provenienti dallo stesso dominio.
Per gestire lo spam in modo efficace, serve analizzare come si comporta chi invia, non solo da dove arriva il messaggio.
I filtri antispam moderni valutano:
La reputazione dipende da vari fattori, come:
Il segnale più importante, però, è il feedback degli utenti.
Segnalare un messaggio come spam influisce sulla reputazione del mittente, mentre segnalarlo come “non spam” aiuta a migliorare la deliverability.
Per rendere più semplice questo processo, gli utenti Qboxmail possono ora “educare” il sistema antispam direttamente dal proprio client o smartphone:
Il sistema apprende automaticamente queste azioni, migliorando progressivamente la precisione del filtro. Non serve più accedere alla Webmail per intervenire manualmente.
Questa modalità di apprendimento è già attiva per tutti gli utenti Qboxmail.
Nei prossimi mesi saranno introdotti nuovi algoritmi per perfezionare il calcolo della reputazione e aggregare i punteggi per dominio, rendendo la classificazione ancora più accurata.
Invitate i vostri utenti a gestire attivamente la cartella Spam: ogni spostamento contribuisce a migliorare l’efficacia del sistema antispam.