Le email rappresentano uno dei principali vettori di attacco per il furto di credenziali, dati sensibili e accessi aziendali. I criminali informatici sfruttano ogni possibile vulnerabilità: un antivirus obsoleto, una password troppo semplice, un clic sbagliato.
Ma non serve farsi prendere dal panico: capire come avvengono questi attacchi è il primo passo per prevenirli davvero.
Un attacco riuscito parte quasi sempre da una catena di eventi prevedibile:
Le caselle compromesse diventano strumenti per colpire altri contatti, clienti, fornitori. E spesso nessuno se ne accorge fino a danni avvenuti.
Gli attacchi non sono più limitati a spam generico o virus da allegato. Oggi i criminali utilizzano BOTNET e tecniche di social engineering per simulare perfettamente messaggi di banche, enti pubblici, colleghi o fornitori. L’obiettivo? Rubare identità digitali, aggirare i sistemi di pagamento, ottenere accesso a dati riservati.
Nel nostro sistema, la sicurezza degli account è monitorata costantemente da automatismi intelligenti. Quando un account risulta compromesso:
1. Blocchiamo l’invio per evitare ulteriori danni.
2. Inviamo una notifica tempestiva all’utente per avvisarlo dell’anomalia.
3. Limitiamo l’accesso fino alla risoluzione del problema.
La notifica agisce come un allarme immediato: se arriva, è bene agire subito.
⚠️ Cambiare la password prima di aver rimosso il malware è inutile: verrebbe nuovamente sottratta.
La tecnologia è fondamentale, ma da sola non basta. Serve una cultura della sicurezza condivisa da tutto il team. Una formazione periodica su phishing, email sospette, allegati pericolosi e truffe comuni può fare la differenza tra un attacco bloccato in tempo e un danno economico serio.