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MFA, 2FA e sicurezza email: proteggi gli account aziendali

Elena Moccia
29/05/2025
Illustrazione di una mano che regge uno smartphone con un segno di spunta verde, davanti a un laptop con campo password e icona di scudo. Intorno, icone che rappresentano email, impronta digitale, chat, identificazione utente e chiavetta USB.

Senza l’autenticazione MFA, ogni casella rappresenta un potenziale punto d’ingresso per chi attacca.
Non è un’esagerazione: la maggior parte delle violazioni, dei ransomware e dei furti di credenziali inizia proprio dalla posta elettronica.

Che tu gestisca decine di account per clienti diversi o una sola infrastruttura aziendale, proteggere l’accesso con MFA non è un’opzione: è una necessità.

Una volta ottenuto l’accesso alla casella email, l’attaccante può:

MFA e 2FA: cosa sono e perché attivarle subito

L’autenticazione a più fattori (Multi-Factor Authentication, MFA) serve a verificare l’identità dell’utente in modo più sicuro rispetto alla sola password.

MFA vs 2FA: qual è la differenza?

I fattori possono appartenere quindi a categorie diverse:
Qualcosa che sai → password, PIN
Qualcosa che hai → smartphone, token OTP
Qualcosa che sei → impronta, volto, riconoscimento biometrico

Attivare la MFA per gli account aziendali è uno degli standard minimi di sicurezza

Qboxmail implementa la 2FA richiedendo:
-Password (fattore 1: qualcosa che sai)
-Codice OTP (fattore 2: qualcosa che hai)

È il metodo più sicuro e accessibile per proteggere gli account email.

Le minacce reali: phishing, credential stuffing, furti di identità

Non servono tecniche sofisticate per compromettere un account email: basta una sola password.
Molti utenti riutilizzano le stesse credenziali su più servizi (email, social, portali).
Quando uno di questi servizi subisce una violazione, le credenziali finiscono online: in vendita sul dark web o disponibili in database pubblici.
Il rischio si chiama credential stuffing: un attacco automatico in cui dei bot testano quelle stesse credenziali rubate su altri servizi.
Lo fanno in silenzio, a velocità altissima, senza che l’utente se ne accorga.

Esempio pratico

Un dipendente usa la stessa password per un social network e per la webmail aziendale.
Il social è stato violato in passato.
La password è finita online.
Un attaccante l’ha usata per accedere alla casella email aziendale.
Ci è riuscito.

Risultato?


La MFA fa la differenza

Anche se la password viene compromessa, senza il secondo fattore l’accesso rimane bloccato.
Per questo, attivare la MFA o la 2FA è la prima linea di difesa reale contro il furto d’identità.

Non sono opzioni “nice to have”, ma misure di sicurezza a protezione dei propri account.
Consigliamo di applicarla sempre, in tutti quei contesti in cui si accede a dati aziendali riservati, o informazioni personali.

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