Nel 2016 il ransomware Cryptolocker ha colpito duramente le utenze italiane, diffondendosi via email con allegati .zip infetti e oggetti ingannevoli come “fattura” o “pagamento”. A distanza di anni, lo scenario è cambiato, ma la minaccia non è scomparsa.
Oggi le email restano uno dei principali vettori d’ingresso per malware e attacchi informatici. Le varianti sono più sofisticate, gli allegati camuffati meglio e persino i mittenti possono sembrare legittimi.
Ecco perché serve una protezione multilivello, aggiornata e consapevole.
Nel caso originale, i criminali informatici avevano rubato le credenziali SMTP di utenti italiani per inviare i messaggi infetti da server affidabili e IP non compromessi. Questo metodo eludeva i filtri più semplici, sfruttando la reputazione “pulita” dei mittenti reali.
I messaggi si presentavano con oggetti apparentemente normali:
E contenevano file .zip
dal nome fuorviante come fattura_commerciale2016_MARZO.zip
, al cui interno si celava il malware.
Questa tecnica è ancora attuale, anche se aggiornata con nuove esche: documenti finti, contratti, spedizioni o note di credito.
Il primo anello debole è spesso l’utente. Anche il miglior sistema di sicurezza può fallire se chi riceve l’email apre un file sospetto. È quindi fondamentale formare i dipendenti a riconoscere:
Qboxmail integra motori antivirus multipli, aggiornati in tempo reale, per intercettare anche le minacce 0-day.
Il nostro sistema antispam analizza non solo il contenuto ma anche provenienza, reputazione e comportamento dei mittenti, bloccando attacchi prima che arrivino alla casella del destinatario.
Se qualcosa sfugge ai filtri, puoi recuperare le email grazie a Mail Time Machine.
Questo sistema di backup incluso permette di ripristinare messaggi eliminati fino a 15 giorni prima, senza intervento tecnico.
Monitoriamo costantemente i tentativi di invio anomalo dai nostri server SMTP. Se rileviamo attività sospette (come l’invio massivo di allegati infetti), blocchiamo l’account compromesso per prevenire ulteriori danni.
Non esiste protezione assoluta.
Ma con una strategia a più livelli – formazione, antivirus, antispam, backup – puoi ridurre drasticamente il rischio di perdere dati o subire attacchi