La Svezia vieta l’utilizzo di Google Apps nella PA

Alessio Cecchi
14/06/2013

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I recenti scandali sulle presunte (o reali) violazione della privacy a carico degli utenti dei colossi di internet americani (Google, Microsoft, Yahoo, Facebook) iniziano a preoccupare i governi europei e la privacy delle loro comunicazioni. La Svezia è la prima nazione europea a vietare espressamente l’uso dei servizi di Google nella PA.

 

Che la normativa sulla privacy americana fosse più “blanda” di quella europea era risaputo, ma che il governo americano avesse pieno ed illimitato accesso alle comunicazioni (ma non al loro contenuto, sembra) degli utenti è una novità emersa con il recente scandalo PRISM.

Queste notizie hanno iniziato a preoccupare molti utenti e molti governi stranieri che si affidano ai servizi di comunicazione di aziende americane. Questo genere di preoccupazione è purtroppo arrivato molto in ritardo e solo di fronte all’evidenza che le loro comunicazione fossero/potessero essere spiate. Ma oltre ai governi anche molte aziende europee dovrebbero preoccuparsi di che fine fanno i loro documenti e le loro email che si trovano all’interno dei servizi cloud di, ad esempio, Google Apps.

 

A seguito di un analisi della “Swedish Data Inspection Board” il governo svedese ha deciso di vietare l’uso nella PA dei servizi cloud di Google Apps. Il motivo di tale divieto è facile intuirlo ma lo riassume bene questo pezzo del loro comunicato:

 

In a landmark ruling, Sweden’s data protection authority (the Swedish Data Inspection Board) this week issued a decision that prohibits the nation’s public sector bodies from using the cloud service Google Apps.
The ruling – which bans Google cloud products such as calendar services, email and data processing functions – is based on inadequacies in the Google contract. A risk assessment by the Board determined that the contract gives Google too much covert discretion over how data can be used, and that public sector customers are unable to ensure that data protection rights are protected.

 

Ritengo che anche gli enti pubblici, le università ma anche le aziende italiane debbano iniziare a preoccuparsi della privacy delle loro comunicazione digitali, email in particolare, cercando servizi offerti da operatori europei con i loro server (e quindi i dati degli utenti) residenti su suolo europee.

Quello che possiamo garantire è che Qboxmail è un servizio di Cloud Email Hosting totalmente rispettante della privacy dei nostri clienti ed utenti, in nessun caso viene fatta analisi sui contenuti che transitano sui nostri server, in nessun modo vengono raccolte informazioni per fini commerciali le abitudini dei nostri utenti. Tutti i dati presenti sui nostri server sono utilizzati al limite dell’essenziale per l’erogazione del servizio che i nostri clienti sottoscrivono.

 

Su questo le aziende europee dovrebbero iniziare a riflettere. Che fine fanno i loro dati in mano ai colossi americani?

 

Forse è il caso di iniziare a pensarci, subito.

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