Rackspace supporterà i clienti che vogliono a migrare ad AWS. Perché?

Alessio Cecchi
22/10/2015

Fino a pochi mesi fa una notizia del genere sarebbe stata impensabile, Rackspace, l’azienda co-fondatrice di OpenStack (l’ecosistema di software ed API opensource e concorrente alla piattaforma di Amazon) offrirà supporto tecnico ai propri clienti che vogliono migrare ad AWS.

 

Come mia questo cambio di strategia da fornitore di servizi cloud, attraverso infrastrutture software e datacenter di proprietà, a “supporter” della crescita di AWS? Il motivo è semplice, fare concorrenza diretta ai principali fornitori di “public cloud” come AWS, Microsoft o Google è impossibile anche per un azienda come Rackspace, ma il business del cloud è ricco ed è necessario trovare un modo per esserci dentro.

 

Facciamo un passo indietro, gli ingenti investimenti che i tre giganti del cloud utilizzano per sfornare mensilmente nuove funzionalità (e tagli di prezzi ai loro listini) arrivano da altre linee di business più tradizionali e redditizie (eCommerce, licenze software, pubblicità) ma che col tempo dovranno essere sostituite da qualcosa di nuovo (la fornitura di servizi cloud appunto). Senza queste coperture finanziarie nessun competitor può stare dietro al loro passo e competere direttamente contro di loro.

 

Rackspace ha da subito capito che per competere contro Amazon era necessario fare “alleanze” ed unire gli sforzi (specie in ambito sviluppo software), per questo ha avviato il progetto OpenStack e coinvolto altre aziende e sviluppatori in modo da avere un forte alternativa allo strapotere degli standard de-facto imposti da (le API di) AWS cercando di imporre come alternativa degli standard aperti. In quel periodo il logo rackspace recitava “the open cloud company”.

 

Evidentemente i risultati non devono essere stati esattamente quegli attesi per i loro servizi cloud, sebbene Rackspace rimanesse un nome forte in termini di affidabilità e supporto al cliente. Sono quindi arrivate le prime alleanze per supportare i clienti anche al di fuori dell’infrastruttura Rackspace, prima con VMware, poi con Microsoft per il supporto ad Hyper-V e fin qui mantenevamo lontani i clienti dai public cloud dei competitor. Poi sono arrivate le sorprese, prima il supporto ad Azure ed infine quello ad AWS. E qui il logo rackspace è diventato “the #1 managed cloud company”, a testimoniare il cambio di strategia.

 

I vertici di Rackspace devono aver fatto un ragionamento semplice, i clienti si fidano di noi per le nostre competenze tecniche ma preferiscono, in certi casi, fari girare i loro servizi su piattaforme concorrenti. Piuttosto che perdergli del tutto meglio offrirgli il supporto tecnico dato che le competenze già le abbiamo.

 

La soluzione è win-win per entrambi. Amazon ha bisogno di espandere il parco clienti anche a quelle aziende che non hanno competenze interne specifiche per lavorare con AWS ma che vogliono esserci dentro. Rackspace ha le competenze e la credibilità per dare supporto a queste aziende.

 

La scelta di Rackspace ci testimonia una volta di più che il mercato del “public cloud” (ma anche dei servizi PaaS e SaaS) è potenzialmente enorme e quello che abbiamo visto fino ad ora è solo l’inizio. L’importante, per chi vorrà starci dentro, è capire bene, e fin da subito, come posizionarsi.

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