Complimenti all’abuse desk di MailUP, un pò meno agli altri

Alessio Cecchi
09/09/2013

Come responsabile dell’infrastruttura di Qboxmail una delle mie attività principali è tutelare gli account email dei nostri utenti dalla ricezione di email indesiderata. A tale scopo il mio account email è la “cavia” per la ricezione di molto spam (visto che ha oltre 10 anni di età) e le conseguenti attività di analisi volte ad individuare e bloccare i responsabili.

invio-email

Lo spam ricevuto è sempre di varia natura, account email violati, webmail violate, server mal configurati e sistemi di newsletter troppo permissivi.

Quando però un messaggio di spam è tracciabile in maniera certa da chi è stata inviato e l’azienda ha un abuse desk dichiarato è mio interesse segnalare l’abuso per interrompere questo invio.

Ho quindi avuto a che fare con vari abuse desk di aziende italiane ed europee e devo dire che l’unico che risponde sempre alle segnalazioni, anche interessandosi dell’accaduto (recependo i suggerimenti) è quello di MailUP. Di norma si attivano subito chiedendo ai loro clienti di dimostrare come l’indirizzo email vittima di abuso sia stato da loro acquisito.

Giudizio pessimo invece per il loro principale concorrente italiano, la loro pagina di abuse, quando ho provato a fare delle segnalazioni, non permetteva di portare a termine la procedura di segnalazione (dava un errore che adesso non ricordo).

Peggio ancora funziona l’abuse desk di un grande Hoster francese, lì l’unica risposta che torna indietro quando si scrive ad abuse@ è il MAILER-DAEMON che dice “Mailbox Full”.

Se gli abuse desk delle aziende con un cospicuo numero di server/clienti funzionassero, rispondessero ed intervenissero, almeno una parte di spam (quello inviato da furbetti che si celano dietro informative “farlocche”) o indirizzi email “recuperati da liste pubbliche” non esisterebbe.

Attendiamo che anche altri seguano l’esempio di MailUP.

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